domenica 14 aprile 2013

Cucinare con la Birra

Così come il vino, anche la birra ha molteplici aromi e sapori che dipendono dai metodi di fermentazione e gli ingredienti utilizzati.
Forse non tutti lo sapete,
ma può essere un versatile accompagnamento per i cibi più deliziosi.
Sono fruttate, dolci o amare, maltate o affumicate.
E allora, qual è il modo migliore per combinarle con i vostri piatti?



Gli intenditori sostengono che la regola generale sia utilizzare una Lager ( a bassa fermentazione) dove si userebbe un vino bianco e servire una Ale ( ad alta fermentazione) al posto un buon rosso.

- Per la carne grigliata scegliete una birra affumicata.
  La sua amarezza riesce a contrastare il sapore forte del barbecue.
- Con pesce e crostacei bevete una birra di frumento, una Lager o una Pilsner.
- Con il pollo versatevi una Ale scura o una Lager chiara.
- Per accompagnare il gusto ricco del salmone, scegliete una birra maltata o 
  ambrata, una Ale, o una Porter.

Ricordate sempre, con i cibi dai sapori forti andate sempre su birre dal gusto altrettanto vigoroso!

Oggi mi rivolgo ai veri amanti di questa bevanda.
A quelli che proprio non possono farne a meno, ma soprattutto a chi non ha mai pensato che potrebbe essere persino un geniale ingrediente per i vostri piatti in cucina.

Tagliatelle alla crema di Radicchio e Birra:

Per 4 persone vi occorreranno:

5 cucchiai di olio di extravergine d'oliva
1 cipolla rossa tritata
2 mazzetti di radicchio Trevigiano tagliati finemente
1 bicchiere di Birra Lager
1 tazza di brodo di pollo
500 gr di tagliatelle fresche all'uovo 
Parmigiano Reggiano grattugiato
sale
pepe nero macinato fresco
Aceto balsamico

- Scaldate l'olio in una padella su fuoco medio - alto.
- Aggiungete la cipolla rossa tritata e soffriggete per 5 minuti, mescolando 
  frequentemente.
- Aggiungete il Radicchio e cucinate per altri 5 minuti.
- Versate la Birra e lasciate cuocere a fuoco lento fino ad evaporazione.
- Aggiungete mezzo cucchiaino di Aceto balsamico, un pizzico di sale e di pepe.
- Versate il brodo e cuocete per 4 minuti circa, fio a quando la vostra salsa 
  risulterà densa e cremosa.
- Cuocete le tagliatelle al dente in acqua bollente.
- Trasferite le tagliatelle nella padella con la vostra salsa di Radicchio e 
  mescolate bene.
- Assaggiate per aggiustare sale e pepe.
- Servite con Parmigiano Reggiano grattugiato.


Risotto alla Birra:

Per 4 persone vi serviranno:

2 cipolle bianche tagliate a dadini
2 gambi di sedano tagliati a dadini
3 carote medie tagliate a dadini
2 cucchiai di burro
4 cucchiai di olio extravergine d'oliva
500 gr di riso Carnaroli o Arborio
2 bicchieri di Birra Lager
2 lt circa di brodo di carne
1 cucchiaino di prezzemolo tritato
Parmigiano Reggiano grattugiato
sale
pepe nero macinato

- Prendete una pentola e versateci olio e burro.
- Aggiungete le verdure tagliate e cuocete a fuoco medio per 10 minuti, fino a 
  renderle morbide.
- Aggiungete il riso e cuocete per qualche minuto, mescolando frequentemente.
- Versate la Birra e lasciate evaporare a fuoco basso.
- Aggiungete un ramaiolo di brodo caldo. 
- Mescolate frequentemente fino a quando la consistenza risulterà cremosa e 
  non troppo liquida.
- Continuate ad aggiungere il brodo poco alla volta e mescolate per circa 
  20-30 minuti.
- Aggiungete il prezzemolo e il Parmigiano Reggiano.
- Aggiungete sale e pepe.
- Mescolate ed amalgamate bene.
- Impiattate e servite.




giovedì 4 aprile 2013

Venice, mon amour!

Finalmente è spuntato alto il sole.
Soffia leggera la Bora da Trieste.
Il vento pungente poco ci interessa dopo la pioggia di stanotte.
Oggi è un nuovo giorno nella laguna più bella d'Italia.
Ci siamo alzati presto e camminiamo da più di mezz'ora.
Siamo digiuni, ma c'è un perchè.
Come al solito la mia ragazza resta indietro per fare foto.
Questa volta non posso darle torto e la lascio fare.
Anche io sono incantato da queste stradine tortuose, collegate tra loro da piccoli ponti sospesi sull'acqua.
Siamo in fila indiana, il mio amico Mauri è in testa al gruppo.
Come una brava guida turistica ci indica il percorso da seguire.
Se sbaglia, la colpa è sua.
Mi sembra giusto.
I primi raggi del mattino riflettono il rosso e il giallo delle case nel verde dei canali.
Una piccola foschia si leva dall'acqua e rende l'atmosfera del tutto surreale.




Questa città è incantata.
E' come scivolata via dai sogni di qualche innamorato.

Voltiamo a destra e poi a sinistra.
Di tanto in tanto mi giro per vedere se le ragazze si sono fermate alle vetrine di qualche boutique.
O, più probabile, se sono lì che si fanno le foto a vicenda.



La strada è talmente stretta che posso toccare i muri delle case con entrambe le mani.
Poi improvvisamente si interrompe decisa. 
Il contrasto tra le calle e piazza San Marco mi lascia stordito.
La Cattedrale si staglia bianca sul piastronato di una delle piazze più famose d'Italia.
Puro stile gotico fiorito dalle forme arabeggianti.
Una meraviglia del mondo per i cultori dell'arte.



Ma la mia attenzione viene rapita dai rintocchi regolari di una campana.
Mi volto a destra e l'occhio mi scorre veloce sui mattoni rossi del campanile.
In cima alla cuspide l'arcangelo Gabriele veglia sui venti che soffiano nella laguna.
Sembra il guardiano di una fiaba senza età.
Come noi qualche altro turista resta silenzio a testa in su.
Il mondo si è fermato al suono di quelle campane.
Poi mi giro di scatto.
Un battito d'ali di qualche piccione che si leva da terra.
D'istinto mi copro la testa per paura di qualche doccia inaspettata.
Poi sotto il loggiato scorgo un piccolo gruppo di persone che attende di entrare in un locale.
Mia nonna mi ha fatto una testa come un pallone.
Non penso ad altro da quando siamo partiti.
E' lui, senza dubbio.
Il famoso Caffè Florian.




Caffè più antico d'Italia, Casanova vi corteggiava le dame e Goldoni ne entrò ragazzo.
Mentre si servivano caffè e vini d'Oriente, la storia passava davanti alle sue vetrine.
Lo splendore della Serenissima e la sua caduta, le cospirazioni segrete, la cura dei feriti nei moti del '48.
Umori, pettegolezzi e chiacchiere frivole sulla moda erano gli argomenti maggiormente trattati dalla sua clientela illustre.
Le sue sale affrescate in stile Liberty e orientale mi riportano subito a quell'atmosfera.
Vi giuro, sono senza parole.
Grandi specchi ovali dai motivi dorati, antichi candelabri ottocenteschi e dipinti di personaggi illustri.
Qui dentro si respira la storia.
Una storia che si è fermata a quel "Andemo da Florian" che accomuna i veneziani.



Non so dove guardare, sono estasiato.
Ci raggiunge un cameriere vestito di tutto punto: completo bianco e papillon dello stesso tono. Con un piccolo inchino ci fa cenno di seguirlo ed entriamo nella Sala delle stagioni.
Quattro figure di donne dipinte ci guardano prendere posto al nostro tavolo, rivestito da una delicata tovaglia di lino bianca.
Ci sediamo su sedie di legno impagliato con un motivo dorato che ricorre finemente.
Ci portano il menù.
Con lo sguardo scorro veloce i prezzi.
Ammetto che non sia uno dei locali più economici.
Ma signori, qui siamo nel salotto più bello del mondo.
Ci può stare.
Ordiniamo quattro cappuccini schiumosi che ci arrivano su un delizioso vassoio d'argento.



Come D'Annunzio e Charles Dickens ci sentiamo illustri anche noi.
Sullo stesso vassoio arrivano anche i nostri cornetti.
Il latte montato del cappuccino è talmente invitante che faccio fatica a non inzuppare la brioche.
Non sarebbe educato e mi trattengo.
Mi porto il croissant alla bocca.
Come al solito chiudo gli occhi.
Avverto un'ondata dolce sul palato.
Sa di crema e vaniglia, con una punta di limone.
Estasi. Puro.
Riapro gli occhi e il solo colore che percepisco è l'oro.
Sono uno scrittore dell'Ottocento che decanta dolcetti e pasticcini?
O forse sono un musicista che scrive opere celestiali?
Mi volto e vedo la mia ragazza che trangugia il suo cornetto.
Non sembra proprio la classica dama dalle ampie gonne barocche.
Torno alla realtà quando ci arriva il conto.
Non importa, questa volta offro io.

Usciamo dall'Eden terrestre e ci dirigiamo al Servizio gondole.
Questa vacanza non voglio farmi mancare nulla.
100 euro li spendo volentieri.
Ci mettiamo in fila dietro un gruppo di giapponesi, attendendo il nostro gondoliere.
Arriva un uomo sulla quarantina, pantaloni blu e maglietta bianca e azzurra a righe orizzontali.
Giacchetto a vento e un curioso cappello di paglia, dal motivo che ricorda quello della maglietta.
Ci parla con l'accento inconfondibile di chi ha solcato le stesse calle per parecchio tempo.
Sul Canal Grande ci sono tanti piccoli moletti in legno che attendono i turisti per tutto il giorno.
Con incedere trionfante da primo della classe, Mauri guida la fila dietro al gondoliere.
Ogni tanto si gira e ci fa un sorriso a 34 denti.
Finalmente giungiamo alla nostra gondola.
E' di un nero lucido con dei divanetti in pelle rossa che ricordano vagamente un club per soli uomini.
Niente male per essere le 10 del mattino.
Aiutiamo le ragazze a salire, dato che sono le piu' imbranate.
Poi e' il nostro turno.
Il nostro capitano si posiziona in piedi alle nostre spalle, afferra un lungo remo di legno e si accinge a compiere una manovra da timoniere perfetto.
Dal parcheggio fa retromarcia e si butta piu' a largo schivando le altre gondole che stanno rientrando ai moli.
Si leva un vento ghiaccio che ci taglia le guance.
Poco importa dato che svoltiamo subito a sinistra e ci dirigiamo sotto il Ponte dei Sospiri.
Capisco che fosse il passaggio che dal Tribunale portava i condannati alle carceri, ma a me il nome inquieta.
Mi fa venire in mente le anime dei defunti.
Avrebbero potuto chiamarlo con un altro nome, magari il Ponte che non solcherai due volte, o forse sarebbe stato anche peggio.



40 minuti di dondolio sull'acqua mi fanno da ninnananna e per poco non mi addormento.
In realta' quel che mi circonda mi tiene sveglio.
Giriamo senza esitazione tra le calle incantate, in fila indiana dietro altre gondole che avanzano lente.
C'e' un traffico degno della Tangenziale di Milano.
I gondolieri tra loro si salutano in un dialetto a me incomprensibile.
Passiamo la Casa di Marco Polo, Wagner e Casanova, ma non ci facciamo mancare nemmeno quella del Maestro Vivaldi.



A volte rifletto sul perche' sia tanto attratto dall'estero, quando in Italia abbiamo dei posti tanto unici e meravigliosi.
Venezia e' una perla.
Il mondo fa bene a invidiarcela.




Torniamo al molo dopo un giro nel paese delle fiabe.
Le campane di San Marco rintoccano le 11.
E' quasi ora della sorpresa.
Da piu' di una settimana io e il mio amico Maurizio stiamo progettando qualcosa che fara' smettere le nostre donne di lamentarsi.
All'una in punto sfodereremo il nostro asso nella manica.
Solchiamo Piazza San Marco in lungo e in largo per quattro volte, poi ci dirigiamo alle bancarelle in cerca di qualche souvenir.
Ora passiamo davanti al lussuoso Hotel Danieli.
Per chi di voi non ne avesse mai sentito parlare, nemmeno guardando il film The Tourist col grande Johnny Depp, si tratta di uno degli hotel piu' sfarzosi di Venezia e probabilmente piu' belli del mondo.
Il desiderio di vederlo all'interno e' forte, ma le guardie della sicurezza impediscono l'entrata ai turisti curiosi.
Poi Maurizio si fa coraggio e entra.
Io lo seguo, ma le ragazze tentennano per paura di ricevere una sonora partaccia.
Afferro la porta scorrevole dai cristalli trasparenti e siamo dentro.
Signori, non cercate il Paradiso in alto tra le nuvole.
Il Paradiso e' sulla terra, all'hotel Danieli.
I miei aggettivi non saranno degni di tanto lusso.
Non ho parole per descrivere quel che mi e' passato per la testa quando siamo entrati.
La Reception sembra custodita da un giardino segreto fatto di marmi sfarzosi e fiori lilla che scendono dal soffitto di vetro.
La luce entra verticale e crea un riflesso strano sulle pareti marmoree.
Ampie scalinate salgono su per il palazzo, rivestite da un tappeto rosso in perfetto stile principesco.



Ci avviciniamo al bancone.
Ci indicano l'ascensore.
Le ragazze non fanno che ridere estasiate, perche' di sicuro quelle stanze le ha percorse il loro attore preferito, che deve anche essersi specchiato nel vetro invecchiato dell'ascensore.
In pochi secondi raggiungiamo l'ultimo piano.
Le sento indugiare dietro di me perche' scorgono il ristorante apparecchiato.
"Abbiamo riservato un tavolo per il Brunch di Pasqua" dico al Metre che ci accoglie.
Ora le avverto sghignazzare. Non ci credono mica.
Il cameriere ci fa cenno di seguirlo.
Ci porta a un tavolo apparecchiato con fini posate d'argento, bicchieri in vetro soffiato di murano e lunghi flut.
Tovaglie bianche e poltroncine in velluto rosso.
Se vuoi far credere alla tua ragazza di essere il suo Principe Azzurro, trattala da Principessa.

La vista toglie il fiato.
La laguna scintilla come una pietra preziosa ai nostri piedi.
E noi siamo sul tetto del mondo.


Luigino e' un cameriere coi fiocchi.
In tutti i sensi.
Ci accoglie con raffinatezza, ma si contraddistingue per la sua simpatia,
cercando in ogni modo di farci sentire a nostro agio.
Ci offre un Ferrari Perle' Millesimato ed un Rose'.
Noi optiamo per il secondo.
Fino alle 16.00 possiamo mangiare e bere a volonta'.
Avanziamo verso il Buffet.




Una sala a vetri sul Canal Grande sarebbe gia' di per se' la fine del mondo.
Una terrazza imbandita di tante prelibatezze sull'attico dell'hotel Danieli e' paragonabile all'Apolcalisse.
Ai quattro punti cardinali della sala si trovano quattro diversi banchetti.
A ogni banchetto due chef sono pronti a cucinare sul momento quel che si desidera.
Mi dirigo agli antipasti e scelgo Prosciutto Crudo affettato a mano, treccia di mozzarella e stracchino, uova farcite con riso al tonno e cocktail di gamberi in salsa rosa.
Direi che come primo assaggio puo' bastare.
Le ragazze puntano subito ai primi piatti.
Tagliatelle e maltagliati al ragu' e ai frutti di mare, al delicato pesto alla genovese o al delizioso pomodoro dello chef.
Maurizio afferra tre piatti vuoti.
Oggi ha intenzioni serie.
Caserecci con i totani su un letto di pomodorini, cosciotto di prosciutto con glassa al miele e punta di petto di manzo.
Mi fa assaggiare l'ultimo.
Signori, mi scendono le lacrime.
Non ho mai mangiato niente di cosi' sopraffino.
La carne e' talmente tenera che si scioglie in bocca.
Il gusto a meta' tra il dolce e il salato mi manda in estasi.
Vi giuro, e' il top.
Luigino torna ogni 5 minuti con lo Champagne.
Di questo passo alle due saro' ubriaco fradicio.
Brindisi dopo brindisi, arriva il momento del dolce.
Immaginate un dessert qualsiasi.
Qui ce l'hanno tutti.
Panna cotta ai frutti di bosco, mousse al cioccolato e pistacchio, crostate di ogni genere, torta alle noci.

Ma il loro tocco magico e' il Tiramisu'.
Ovviamente giocano in casa e ci lasciano spiazzati.
La differenza con quello classico conosciuto da tutti noi, consiste nell'aggiunta di uno strato di pan di spagna oltre a quello dei pavesini.
Il mascarpone e' un po' piu' denso del tradizionale, il che indica, forse, l'utilizzo di gelatina nel composto.
Ne prendo una forchettata e lo porto alla bocca.
Incrocio lo sguardo degli altri tre.
Tutti sorridono col cucchiaio tra i denti.
E' buon segno.
La sorpresa e' riuscita.



venerdì 29 marzo 2013

Red Velvet Cupcakes

Waldorf Astoria.
301 Park Avenue, New York City.
Se volete trascorrere un soggiorno indimenticabile nella grande Mela, 
questo e' l'indirizzo giusto per i vostri sogni.

Ma il lussuoso Hotel di Midtown Manhattan e' famoso anche per un'altra ragione.
Intorno agli anni '50 i suoi pasticcieri crearono un dolce che avrebbe sbaragliato molti dei suoi concorrenti nei decenni futuri.

Tuttavia durante la II Guerra Mondiale, quando i cibi erano razionati, 
i panettieri cominciarono ad utilizzare le barbabietole bollite per migliorare i colori dei dolci.
Questa colorazione, unita a quella del cacao olandese, dette origine ad una torta dai toni dell'amore.

La Red Velvet Cake.

Oggi vi propongo dei cupcakes dello stesso rosso velluto.
Belli da vedere e buoni da mangiare.
Se siete stanchi delle solite colombe pasquali, proponeteli ai vostri ospiti e ne rimarranno incantati.


Gli ingredienti che vi occorreranno per 12 cupcakes sono:

440 gr di farina "00"
170 gr di burro
3 uova
450 gr di zucchero
6 cucchiai di colorante rosso alimentare
15 gr di cacao in polvere
6 gr di estratto di vaniglia
9 gr di sale
370 gr di latticello
7 gr di aceto di vino bianco
7 gr di bicarbonato

Per la crema alla vaniglia vi occorreranno:

50 gr di farina "00"
500 ml di latte intero
450 gr di burro
400 gr di zucchero
9 gr di estratto di vaniglia

- Prendete una planetaria e metteteci il burro e 225 gr di zucchero per 10 
  minuti.
- Prendete le uova ed aggiungetele una alla volta.
- Aggiungete ora altri 225 gr di zucchero.
- Inglobate bene.
- Setacciate il cacao ed aggiungetelo al composto.
- Aggiungete la vaniglia e il colorante rosso.
- Prendete un recipiente e versateci il latticello.
- Aggiungeteci il sale e scioglietelo.
- In un recipiente a parte versate l'aceto ed il bicarbonato che farete sciogliere.
- Incorporate il composto di burro e uova al latticello alternandolo alla farina.
- Aggiungete l'aceto col bicarbonato.
- Prendete gli stampi da cupcakes, ungeteli e versateci il composto.
- Infornate a 180C per 20 minuti.
  Per verificare la cottura effettuate la prova dello stecchino: inserendolo al 
  centro deve uscirne pulito.
- Adesso preparate la crema alla vaniglia: sciogliete la farina nel latte freddo 
  con l'aiuto di una frusta.
- Mettete sul fuoco e fate bollire per 10 minuti a fuoco basso, mescolando di 
  continuo.
- Versate la crema in un contenitore e copritela con pellicola trasparente.
- Lasciatela intiepidire fuori dal frigo.
- Ora prendete il burro e sbattetelo con lo zucchero.
- Aggiungete la vaniglia e continuate a mescolare.
- Prendete la crema di latte e farina che saranno a temperatura ambiente e 
  unitela al composto.
- Quando le basi dei vostri cupcakes saranno pronti, sfornateli e lasciateli 
  intiepidire.
- Toglieteli dalli stampini e poggiateli su un piatto.
- Prendete una sac a poche provvista di una bocchetta rigata di medie 
  dimensioni e versateci la crema alla vaniglia.
- Decorate i vostri cupcakes circolarmente partendo dall'esterno verso l'interno.
- Per decorare anche la superficie della crema, potete prendere una delle basi 
  che avete cotto in forno, sbriciolarla e spolverare i vostri cupcakes.


 




mercoledì 27 marzo 2013

Sai cosa mangi?


Ogni anno per Pasqua 2 milioni di agnelli vengono uccisi.
Quest'anno scegli la vita.
Cambia menù.

Sorbetto al limone

Il pranzo di Pasqua è un pò come quello di Natale.
Ci si siede a tavola promettendosi di mangiare poco, ma si finisce col rotolare strapieni sul divano.
Anche quest'anno i buoni propositi per vincere la prova costume svaniscono subito dopo l'antipasto.
Ma si sa, il bello delle feste è anche quello.
E' sedere insieme alla propria famiglia intorno ad una tavola imbandita di prelibatezze.

Perciò per ovviare al senso di pesantezza del fine pasto, vi consiglio di proporre ai vostri ospiti un classico digestivo.
Niente di meglio di un tradizionale sorbetto al limone per rinfrescare i vostri palati.




Gli ingredienti che vi serviranno per preparare 4 sorbetti sono:

4 limoni grandi
200 ml di succo di limone
3 scorze di limoni
450 ml di acqua
200 gr di zucchero
1 albume d'uovo

- Prendete i 4 limoni e tagliatene la parte superiore che fungerà da tappo per il 
  vostro sorbetto.
- Estraete la polpa aiutandovi con un coltello o un cucchiaio.
- Ricomponete i limoni privi di polpa.
- Avvolgeteli in uno strato di carta d'alluminio e metteteli nel frigo.
- Prendete un tegame e versateci l'acqua.
- Aggiungete lo zucchero e la scorza di 3 limoni.
- Fate bollire fino a completo scioglimento dello zucchero.
- Togliete dal fuoco e fate raffreddare.
- Aggiungete adesso 200 ml di succo di limone.
- Filtrate tutto con un colino per eliminare le scorze.
- Prendete un piccolo recipiente e versateci l'albume di un uovo.
- Montatelo a neve con una frusta elettrica.
- Unite l'albume al succo di limone.
- Trasferite tutto il composto in una ciotola di metallo e mettete in freezer per 
  circa 30 minuti. 
- Adesso dovete tirarlo fuori dal frigo ogni 15 minuti e rimescolarlo.
- In tutto vi richiederà un'ora e mezzo circa.
- A questo punto prendete i 4 limoni svuotati dal frigo e riempiteli col sorbetto.
- Richiudeteli col la parte superiore del limone che avevate tagliato.
- Riavvolgeteli con l'alluminio e rimettete nel freezer.

martedì 26 marzo 2013

Torta Pasqualina

La Pasqua è alle porte.
E anche quest'anno è partita la caccia all'uovo.
Vi vedo già con i vostri carrelli al supermercato.
Vi sentite come in un granPremio di Formula Uno.
Siete tutte vestite rigorosamente in tuta e scarpe da ginnastica per sentirvi più comode negli slanci verso l'uovo conteso.
Stringete la mano del vostro bambino che punta dritto ad accaparrarsi quello dei Ninja che hanno fatto vedere in tivù.
Ma ditelo che in realtà quelle più agguerrite siete voi!
Tirate dritto al reparto verdura, come se tutti quegli ortaggi fossero la causa della vostra ritenzione, e puntate dritto a quello dei dolciumi.
Scaffali che straripano di uova avvolte in carte di mille colori.
Da quante ce n'è non sapete proprio dove guardare.
Eppure sapete bene qual è che vostro figlio desidera.
Ma a lui non deve importare un gran che perché è li che si guarda le scarpe.
Poi qualcosa vi distrae.
Da destra vi sorpassa rapida un'altra mamma.
Impugna stretta il carrello tra le mani.
Avrà scelto già una ventina di uova.
Dalla montagna colorata sbuca la faccia del suo figlioletto di circa 2 anni.
A mala pena respira, ma non importa.
Quel che conta è conquistare il maggior numero di uova al cioccolato.
Per avere il maggior numero di sorprese.
Sale in voi un presentimento.
Cominciate a sudare.
Vuoi vedere che anche lei sta cercando lo stesso uovo?
Sfilate dai capelli gli occhiali scuri e li indossate sugli occhi.
Quelli sì che vi danno un'aria da dura.
Digrignate i denti.
Accigliate le sopracciglia.
Che la sfida abbia inizio.
Passate in rassegna ogni singola carta colorata con una velocità mai vista prima.
Dall'alto in basso e da destra a sinistra.
Niente.
Arrivate in fondo al corridoio ma ancora niente.
Effettuate un' inversione a U illecita e quasi vi scontrate.
Vi scambiate un'occhiata breve e intensa.
A passi lunghi e decisi ripercorrete tutti gli scaffali, strattonando il vostro bambino.
Neanche vi rendete conto che stasera il personale delle pulizie di sicuro salterà il reparto dolciumi, perchè l'hanno già pulito i pantaloni di vostro figlio.
Poi nascosto in un angolo notate lo scintillio di una carta argentata.
E' lui.
Il vostro uovo.
Ed è anche l'ultimo.
Mollate il carrello in mezzo al corridoio e correte i 10 metri più veloci della vostra vita.
Con quella rapidità battereste anche Usain Bolt.
Vi gettate sullo scaffale, chiaramente insieme alla vostra rivale.
Afferrate l'uovo da una parte, lei dall'altra e lo strattonate.
Sembra un tiro alla fune.
Meno male avete fatto i boy-scout.
Nulla vi fermerà. 
Improvvisamente la carta si strappa e l'uovo cade per terra in mille pezzi.
Finissimo cioccolato al latte ricoperto da deliziose praline alla nocciola.
Quanto ben di Dio sprecato, avevo già l'acquolina!
Vi guardate attorno sconcertate.
Ecco che sotto un pezzo più grosso spunta un ciuffo biondo.
Lo afferrate senza esitazione e emettete un urlo agghiacciante.
Si voltano tutti.
Persino le cassiere.
Ma a voi non importa perchè siete li che sventolate in aria trionfante l'ultimo modello di Barbie Pop Star.
Lo sapevo che l'uovo era per voi!

Come per tutte le tradizioni, anche quelle di Pasqua non hanno età.
E' bello pensare come esse accomunino grandi e piccini.
Ci sono cose che non passeranno mai.

A casa mia la tradizione si chiama Torta Pasqualina.
E' una torta salata ripiena di biete e racchiusa in 4 dischi di pasta sfoglia.
Ammetto che la preparazione non sia facilissima, ma vi assicuro che il risultato ripagherà tutti i vostri sforzi!

Per le sfoglie avrete bisogno di:

600 gr di farina 00
350 ml di acqua
30 ml di olio extravergine d'oliva
un pizzico di sale

- Prendete un recipiente e versateci l'acqua.
- Aggiungete un pizzico di sale.
- Prendete un altro recipiente e mettete la farina 00.
- Aggiungete l'acqua col sale e l'olio.
- Amalgamate gli ingredienti lavorandoli con le mani fino a rendere l'impasto 
  liscio.
- Suddividete l'impasto in 4 panetti: due più grandi e due più piccoli.
- Copriteli e lasciate riposare per un'ora.

Per il ripieno vi occorreranno:

500 gr di ricotta di mucca
140 gr di Parmigiano Reggiano
12 uova fresche
1000 gr di biete
1/2 cipolla
2 rametti di maggiorana
150 ml di olio extravergine d'oliva
noce moscata q.b.
sale q.b.
pepe q.b.

- Prendete una padella e versateci olio e cipolla tritata.
- Tagliuzzate le biete ed aggiungetele in padella.
- Fate saltare per qualche minuto, aggiungendo sale e pepe q.b.
- Togliete le biete dal fuoco e mettetele in un recipiente.
- A questo punto aggiungete 60 gr di Parmigiano grattugiato e 2 uova.
- Tritate la maggiorana, salate e pepate.
  Aggiungetela al composto.
- Prendete la ricotta e mettetela in un altro recipiente insieme a 3 uova.
- Incorporatele.
- Incorporate le uova e aggiungete altri 40 gr di Parmigiano grattugiato, il sale 
  e la noce moscata.
- Mescolate fino a quando il vostro composto risultera' senza grumi.

- Prendete uno dei panetti piu' grossi di pasta sfoglia e spianatelo fino a 
  renderlo molto sottile.
- Disponetela sul fondo della vostra tortiera oliata.
- Fatela aderire bene ai bordi.
- Spennellate con olio.
- A questo punto prendete l'altro panetto di sfoglia grande e con lo stesso 
  procedimento adagiatelo sopra il primo strato.
- Prendete il recipiente con il vostro ripieno e versatelo sui due strati di sfoglia.
- Prendete la ricotta e versatela sopra il ripieno.
- Livellate tutto aiutandovi con una spatola.
- Prendete 7 uova e separate i tuorli dall'albume.
- Prendete un cucchiaio grande e con il dorso effettuate 7 solchi sul ripieno.
- Adagiateci i 7 tuorli d'uovo senza romperli.
- Prendete gli albumi e versatene un piccolo strato sopra il ripieno.
- Spolverate il tutto con i 40 gr di Parmigiano rimasto.
- Adesso prendete uno dei due panetti di sfoglia piu' piccoli e stendetelo bene.
- Adagiatelo sopra il ripieno della torta e copritela.
- Spennellate con olio.
- Stendete il restante panetto di sfoglia e fatelo aderire bene alla superficie 
  dell'altro.
- Se la pasta eccede dai bordi tagliatela.
- Piegate i bordi di sfoglia creando un cordoncino.
- Spennellate con olio la superficie della torta.
- Preriscaldate il forno a 180C.
- Infornate per 45 minuti.
- Lasciate intiepidire prima di tagliare e servire.



Buona Pasqua dai nostri pulcini!





Decorare le uova di Pasqua

La Pasqua per me vuol dire cioccolato.
Mi ricordo quando, da bambino, mia madre mi comprava le uova e le metteva in fila una accanto all'altra sulla vecchia madia in salotto.
Io andavo nello stanzino di nascosto e prendevo il mio panchetto di legno.
Ci salivo sopra e ammiravo le uova una ad una.
Le alzavo, le guardavo in controluce e le agitavo.
Ore e ore di ispezione minuziosa per scoprire in anticipo tutte le sorprese.
Il più delle volte erano grossi buchi nell'acqua.
Ma ero comunque felice perchè erano tutte mie.
Di tanto in tanto ne rubavo una di soppiatto e me la nascondevo sotto il maglioncino pensando di essere invisibile.
Poi passavo davanti al divano dove c'era la nonna che guardava Beautiful.
Alzava lo sguardo e mi strizzava l'occhio.
(Avevo un'alleata!)
Tornavo nello stanzino, al buio, come se il mio non vedere equivalesse all'essere totalmente ignorato dagli altri e alla meglio strappavo la carta colorata.
Un pezzetto tira l'altro e in pochi minuti avevo completamente divorato il mio uovo di cioccolato.
Come per il più grande segreto del mondo, uscivo strisciando e mi rifugiavo sotto il letto nella mia cameretta.
Prendevo la sorpresa che avevo custodito gelosamente nella tasca, afferravo la mia lampadina tascabile e provavo a tradurre le istruzioni da quella lingua incomprensibile.
Dopo un'ora uscivo dal mio nascondiglio per via del mal di pancia lancinante.
La parte peggiore era dover fingere di stare bene.
Ma con la maschera di Zorro sul viso non era poi così difficile.

Poi sono cresciuto e in casa mia è nata la moda di decorare le uova sode.
Lo sapete che un uovo è cotto alla perfezione dopo 7 minuti in acqua bollente?
Toglieteli dalla pentola e fateli freddare bene.
Il guscio deve indurirsi al meglio.
Prendete tempere, colla e pennelli, ma armatevi soprattutto di tanta fantasia e aiutate i vostri bambini a dipingerli.

Ricordatevi che è possibile colorare le uova in modo del tutto naturale!

Giallo: si ottiene usando lo zafferano.
Arancio: servono le cipolle.
Rosso: si fa con le barbabietole rosse.
Verde: si ottiene con le foglie di spinaci.
Blu: servono foglie di cavolo rosso.

- Prendete un panno umido e versateci l'aceto.
- Passatelo sulle uova.
- Mettete acqua ed un cucchiaio di aceto in una pentola ed aggiungete le uova.
- Aggiungete l'ingrediente utile per la colorazione che desiderate, 
  aumentandone la dose in base al numero di uova da colorare.
- Fate bollire le uova per 15 minuti.
- Mettete in frigo per una notte.
- Lucidate con olio d'oliva.

Et voilà, le vostre uova arcobaleno sono pronte!

Quando chiedono al mio fratellino cosa vorrà fare da grande, lui risponde sempre il veterinario.
E' per questo che ieri l'ho aiutato a trasformare le nostre uova sode in piccoli animali colorati.
Api, maiali, mucche e conigli.
Devo ammettere che è stato davvero bravo!

L'ape:

- Prendete un pennarello nero e marcate 3 linee orizzontali non troppo vicine 
  tra loro. Vi aiuteranno quando userete le tempere.
- Spremete il giallo e il nero e dipingete gli spazi tra le linee alternando i colori 
  tra loro. Iniziate sempre con il giallo perchè quello sarà il musetto della vostra 
  ape.


- Quando la tinta sarà asciutta, prendete il pennarello nero e fate gli occhi.
  Con il rosso fate una bella bocca sorridente.
- Prendete carta velina o un foglio bianco e tagliate la sagoma delle ali.
- Incollatele sulla schiena della vostra ape.




Il coniglio:

- Prendete la tempera azzurra e dipingete completamente il vostro uovo.



- Prendete del cartoncino celeste e ritagliate i piedi. 
- Prendete altro cartoncino, ritagliate le orecchie e attaccatele con la colla.
- Ritagliate anche il naso.
- Da un foglio bianco ricavate due lunghi denti.
- Disegnate gli occhi con un pennarellino indelebile.



La mucca:

- Con un pennarello nero indelebile disegnate sul guscio delle chiazze come in 
  figura, escludendo la zona in alto, che sarà rappresenterà la faccia.
- Coloratele all'interno con lo stesso colore.
- Sulla punta dipingete un grosso cerchio rosa, sarà il naso della vostra mucca

                                         
                                         


- Una volta asciutto, disegnate due puntini all'interno che saranno le narici.
- Più in alto disegnate gli occhi di nero.
- Prendete il cartoncino nero e tagliate la sagoma di 4 orecchie come in   
  foto.


Il maiale:

- Mescolate rosso e bianco e date origine ad un bel rosa confetto.
- Dipingete tutto l'uovo di rosa.
- Ritagliate un bel naso rotondo e disegnateci le narici.
- Disegnate gli occhi neri.
- Ritagliate la sagoma delle orecchie dal cartoncino e incollatele sul vostro 
  maialino.




Adesso il vostro zoo di Pasqua è pronto!