lunedì 11 marzo 2013

Negli USA e' di moda mangiare italiano

Nelle cucine alla moda d'oltreoceano si parla italiano.
L'amore per il Made in Italy e' diventato un vero e proprio culto negli ultimi anni. Basta camminare per le strade delle grandi citta' per rendersi subito conto di quello che sto dicendo: ristoranti come "Tony's italian pizza" o addirittura "Il Colosseo" richiamano a raccolta grandi file di clienti.
Ma attenzione alle false imitazioni, non e' tutto oro quello che luccica!

Intendiamoci, io amo l'America.
Non passa anno senza che salga sul primo volo di Novembre e mi ritrovi a guidare imbottigliato nel traffico delle lunghe autostrade della California, a camminare a testa in su tra i grattacieli di New York o a sorseggiare una Pina Colada in costume sotto il sole della Florida.
Un po' per lavoro e un po' per piacere trascorro uno o due mesi in questo paese favoloso, dove ogni volta rivivo il mio "American Dream".
Amo viaggiare e vedere posti nuovi, ma mi definisco un tipo abitudinario.
Se trovo un ristorante che mi piace, state certi che in tre giorni riesco a provare tutto il menu'.
Mai cambiare la strada vecchia per quella nuova, specialmente quando si sa che ci sono molte brutte copie della nostra amata cucina mediterranea.
Gli acchiappa-turisti sono nascosti dietro l'angolo e cadere nelle loro trappole e' facilissimo, quindi, italiani all'estero, fatevi furbi e aguzzate l'ingegno!

New York e' la mia seconda casa.
Non prendetemi per pazzo, ma il fumo bianco della metropolitana che esce dai tombini e dalle narici ti entra nelle vene, mi fa sentire vivo.
Per non parlare di Times Square, per me quello e' il centro del mondo.
E' l'unico posto in cui vorrei essere in ogni momento.
Forse e' per questo che la conosco cosi' bene: perche' sento le sue arterie scorrere dentro di me e il suo cuore battere insieme al mio.
Come un innamorato.



Ci sono molti posti italiani in cui adoro pranzare, ma il mio preferito e' senza dubbio il "Bar Pitti" nel Greenwich Village.
Al 268 della Sesta Strada c'e' un locale con sedie e tavoli in legno scuro, stretti tra loro, che aspettano di accogliere i clienti fuori in fila.
Non lasciatevi ingannare dalle tovagliette bianche di carta, aspettate che vi arrivi la carta del menu'.
Piatti realmente italiani dai nomi altrettanto italiani: milanese con l'osso, tagliatelle al cinghiale, cantucci col vin santo.
Niente di meglio per sentirci meno lontani da casa.
Ogni volta che vado in questo ristorante gestito da italiani, c'e' sempre il rischio di trovarmi seduto accanto a Robert De Niro.
Questo perche' e' molto rinomato persino tra gli stessi abitanti di Gotham City.

Dopo pranzo mi ritrovo sempre a passeggiare piacevolmente per Christopher Street, ad ammirare i piccoli negozietti di poster in bianco e nero e a sognare una vita tra le strade del vecchio quartiere, che sembrano rimaste agli anni '60 quando battersi per la liberta' sessuale era uno stile di vita.


La sera invece adoro andare da "Eataly" sulla Fifth.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, e' una catena alimentare di punti vendita di grandi dimensioni, di cui il primo aperto a Torino.
Quello di Nyc si trova proprio all'ombra del Flat Iron, il mio palazzo preferito.



Appena entri senti parlare italiano.
Ma state certi che non ve ne accorgereste neppure.
Cio' che rapisce sempre le mie narici e' il profumo del cappuccino, quello vero, del latte fresco appena montato e del caffe' tostato.
Cosa non facile da trovare qui.
Poi ecco che scorgo il lato pasticceria e i banchi di salumi e formaggi, tutto rigorosamente italiano.
Poi l'esposizione della carne rossa e succulenta e del pesce fresco che profuma di mare.
Il reparto panetteria, con il suo odore di pane fragrante appena uscito dal forno, e finalmente cio' che ho sognato per tutto il giorno:  la Pizzeria.
Vi assicuro che dopo le maratone che sono solito fare per lo shopping natalizio, il profumo di mozzarella fresca, pomodoro e basilico sono per me un miraggio.
L'unica pecca e' che devo aspettare in fila per almeno una mezz'ora perche' loro non prendono prenotazioni.
Il mio amore per la pizza nasce dall' eta' di 16 anni quando iniziai a fare il pizzaiolo in un ristorante vicino casa.
Una la facevo e una la mangiavo.
Le mie pizze erano il top.
Ma devo ammettere che quella di Eataly e' davvero buona.
Se dovessi stilare una classifica delle migliori pizze che ho mai mangiato, questa conquisterebbe senza dubbio il secondo posto, visto che al primo ci metterei la mia!
Quando mi metto a sedere e mangio, ammetto che i crampi alle gambe che avevo quando ero in fila sono stati ricompensati.
E come!
Consiglio spassionato ai miei lettori: anche se siete affamati come lupi, quando siete davanti a un piatto cercate sempre di usare tutti i vostri sensi.
Se ve ne hanno dati cinque un motivo ci sara'. Chiedetevelo!
Cosi' faccio io.
Alzo il piatto, chiudo gli occhi e mi godo il profumo.
Questa pizza ha un che di divino.
Riappoggio il piatto e lo osservo: tipica pizza napoletana come piace a me.
Centro sottile e bordi alti.
La passata di pomodoro e' di un bel rosso acceso (di sicuro usano la Mutti dato che e' loro sponsor) e la mozzarella e' di un bel bianco latte e leggermente acquosa, il che indica che hanno usato realmente la Mozzarella di Bufala, come avevo ordinato.
Tutto autentico, persino la foglina di basilico al centro.
Si', quello e' proprio un verde basilico.
Poi la tocco e mi accorgo senza stupore che i bordi sono soffici.
Dentro di me penso "bravo il pizzaiolo!".
Poi la taglio, ne afferro un pezzo e la porto alla bocca.
Momento di estasi.
E pensare che siamo negli States.


Adesso e' il momento del caffe'.
Mi dirigo verso il bar all'entrata e ordino un espresso per 3,25 $.
A questo punto della giornata mi sembrano i soldi meglio spesi.
La barista mi porge la tazzina su un piattino delizioso, dai colori che ricordano la nostra bandiera. Chissa' se lo trovo in Italia questo?
Lo porto alla bocca dopo averne assaporato l'odore.
Finalmente un vero caffe' dopo tanti beveroni di acqua calda colorata.
Dio benedica l'Italia e la Illy!
Felice mi incammino verso la metropolitana che mi riporta all'albergo, sorridendo a ogni angolo quando scorgo finti locali italiani, pronti a servire ai loro clienti splendidi affettati del Montana e spaghetti alla Carbonara del Vermont.
Ma chi se ne importa, tanto c'era scritto "Italiano"!

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