mercoledì 13 marzo 2013

Tartine Bakery

Ci avevano avvertito che camminare a piedi su e giu' per le strade di San Francisco sarebbe stata un'impresa ardua, soprattutto per le nostre gambe.
Ma noi non ci siamo lasciati convincere.
L'aria pungente del primo mattino mi fa lacrimare gli occhi.
In testa ho il cappuccio, come sempre. Almeno le orecchie stanno al caldo.
La mia ragazza piagnucola per il freddo. 
E' imbacuccata come l'omino Michelin.
Me lo ripeto sempre che le uniche vacanze adatte a lei sono quelle di Miami: 30 gradi all'ombra e mare cristallino.
Ma anche li' la sera sta con la felpa.
Il mio amico Nick, invece, il gelo non lo sente neppure: jeans e polo a maniche corte.
Chi ci vede ci prende per pazzi.
    Levataccia stamattina, ma dicono che ne valga la pena!
Sento Daniele dietro ansimare dalla fatica, ma non oso voltarmi perche' l'idea e' stata tutta mia.
Solo chi c'e' stato mi puo' capire.
Ecco perche' la gente si sposta coi tram.
Non sono tanto le discese, quelle si fanno correndo.
Il problema sono le salite: immaginate un muro a sessanta gradi di fronte a voi. Vi giuro che l'unica cosa che vorreste e' il teletrasporto.
O il tram. 
Mezz'ora di camminata cosi' mi ha fatto sudare più di due ore sul tapis roulant.
Ma chi se ne importa, adesso siamo arrivati.
     Lo vedo li', rosso e imponente, che si riflette sull'acqua. 
Come un guardiano si staglia tra la nebbia fitta e osserva la baia, in questa insenatura del Pacifico della costa ovest.
Vedo sfrecciare auto verso Sausalito.
Sono preso da un brivido.
Scintilla come una perla.
E' il Golden Gate.


     E' il silenzio a parlare, col rumore delle onde che si infrangono.
Un surfista che impreca perche' ne ha persa una.
Poi il clic della fotocamera di un cellulare.
Con la coda dell'occhio capisco che e' lei.
Non avevo dubbi. A fine giornata avremo un book.
Bello, bello, bello da togliere il fiato.
Quasi meglio di una ragazza di playboy.
Poi qualcuno dice "io ho fame" e a me scatta l'idea.
     Ho sentito tanto parlare di una pasticceria francese da queste parti.
Dice sia la fine del mondo.
Occasione perfetta per placare i nostri stomaci che brontolano e i crampi alle gambe.
Ovviamente optiamo per un taxi.
Vista l'ora non e' facile prenderlo, cosi' spingo la mia ragazza in avanti con un calcetto e lascio a lei l'onere di fermarne uno.
Ogni tanto le donne vanno sfruttate!
     Al 600 di Guerrero Street c'e' una lunga fila di gente sul marciapiede che attende di entrare.
Senza ombra di dubbio deve essere lei.
La Tartine Bakery.
Il profumo di croissants appena sfornati invade la strada.
Per poco non si ferma anche il tassista.
Se ci sono venti persone in fila fuori, forse, ne vale la pena.
Il tempo ci vuole male: inizia a piovere e non abbiamo portato gli ombrelli.
Ieri li abbiamo tenuti in mano tutto il giorno e c'era un sole che spaccava le pietre.
Oggi ovviamente diluviera'. Mi sembra giusto.
Ci appostiamo in fondo alla fila e attendiamo con ansia il turno di entrare.
Ma piu' ci avviciniamo alla porta e piu' la fila sembra allungarsi.
O forse ad aumentare e' solo la nostra voglia di dolce.
Fragranze deliziose miste a profumo di zucchero pervadono i nostri nasi.
Avverto una punta di limone nell'aria.
E poi, immancabile, l'odore forte di caffe' appena tostato.
Mi affaccio alla porta e vedo tantissime persone sedute. Neanche un tavolo libero.
Ma tutta San Francisco si ritrova qui alle 8 della mattina?
Mi avvicino al banco della pasticceria.
Vi giuro che non so cosa guardare.
Ordinerei tutto.
Soffici croissants dorati, biscotti con grosse gocce di cioccolato e brioches ripiene di prosciutto.
Poi pain au chocolat, pudding e tartine di ogni genere.
Ragazzi, questo e' un colpo basso.
Opto per un casto croissant vuoto e un pound cake al limone e semi di papavero.
Gli altri hanno tre brioches ripiene a testa, tranne la mia ragazza con una misera pastina.
La dieta uccide.
Ordino un latte macchiato e ci mettiamo a sedere.
Stiamo stretti su panche di legno scuro, talmente stretti da essere tutti ad un unico grande tavolo.
Non e' il momento delle polemiche.
Finalmente si mangia.
Chiudo gli occhi e mi porto il croissant alla bocca.
I miei denti affondano in una soffice pasta francese, leggermente croccante e dorata all'esterno.
Il dolce sapore del burro percorre tutti i miei sensi.
Era tanto che non facevamo una colazione a questi livelli.
Di sicuro e' un 10 e lode!
I croissants francesi si contraddistinguono per non essere esageratamente dolci, tanto da poter essere riempiti con prosciutto e formaggio.
I miei amici l'hanno capito bene.
Anche il mio pound cake e' strepitoso.
E' soffice e delicato.
Sa del gusto fresco di limone.
Leggermente scuro all'esterno, nasconde una pasta morbida e chiara, puntellata da piccole stelline di semi di papavero neri.
Lo inzuppo nel latte: e' una libidine.

     
     Il mio piccolo momento di estasi quotidiano e' qui e adesso.
Per me la giornata potrebbe anche finire, andrei a letto piu' che felice.
Il profumo sublime dell'aria non stucca mai e ti resta addosso tra i vestiti.
Dovrebbero lanciare sul mercato una fragranza da corpo.
Venderebbe tantissimo ne sono sicuro.
Come sono sicuro che il Paradiso sia qui, al 600 di Guerrero Street, San Francisco, California.









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